Erik Nylanders Orkester - A Festa Vale Tudo (2009)

Artist: Erik Nylanders Orkester
Title: A Festa Vale Tudo
Year Of Release: 2009
Label: Parallell
Genre: Jazz, Avant-garde Jazz
Quality: mp3 320 kbps / flac lossless (tracks, log, scans)
Total Time: 00:42:41
Total Size: 100 / 243 mb
WebSite: Album Preview
TracklistTitle: A Festa Vale Tudo
Year Of Release: 2009
Label: Parallell
Genre: Jazz, Avant-garde Jazz
Quality: mp3 320 kbps / flac lossless (tracks, log, scans)
Total Time: 00:42:41
Total Size: 100 / 243 mb
WebSite: Album Preview
01. Intro
02. A Festa Vale Tudo
03. Drum, As In A Cylinder Spinning
04. Bits And Pieces
05. See You
06. Silva
07. Eye Floater
08. Swan Song
09. No Heart Beat
10. Hyper
11. Entrainment
12. Salvador
A nord spira un vento fertile. Lui è norvegese e ha maturato esperienze in talmente tanti ambiti musicali da riuscire a confezionare un album dai numerosissimi apparentamenti e sostanzialmente sfuggente a ogni tipo di catalogazione. Il suono nordico di Amiina, Mùm e Sigur Rós si fonde con la fantasia jazz di tempi spezzati e scomposti, debordando però in ampi echi post-rock. Elettricità, ambiente, interpolazioni al limite del rumorismo, caldi fiati, percussioni dal respiro multietnico.
C'è più di un mondo nelle dodici composizioni di Erik Nylanders, batterista scandinavo che nel 2010 decide di chiudersi in studio con un pugno di fidati colleghi - Petter Vågan, Hanna Gjermundrød, Eivind Lønning, Espen Reinertsen e Ole Morten Vågan - per dar vita a un disco che coincide con la nascita di un progetto.
La Erik Nylanders Orkester partorisce A Festa Vale Tudo, un oggetto musicale non identificato e che probabilmente farà storcere il naso ai puristi del jazz ma conquisterà simpatie e apprezzamenti dei vagabondi della buona musica, di chi ha perso la testa prima per il Bristol Sound (ma dimenticatevi quelle linearità melodiche), poi per il folk digitalizzato proveniente dal circuito neozelandese.
Questione complessa dunque: questo CD infatti di pulviscolo elettronico è intriso, ma nelle tracce vi trova spazio senza difficoltà la lap steel. Vive di grandi atmosfere al limite del math rock di scuola Slint, mischia suggestioni orientali e indiane e sillabe occlusive utilizzate come una forma estrema e iconoclasta di cantato senza cadere nella pura elucubrazione artistica.
A ciò si aggiunge spesso una cifra acida e industriale che avvicina questo strano disegno musicale alla sperimentazione. Design sonoro che non dimentica di essere stato concepito per una platea di ascoltatori e non di filosofi del suono. Affascinante.