Modo Antiquo, Federico Maria Sardelli - Sardelli: Baroque Concertos, Psalm, Chamber Music (2013)

Non è facile conoscere la motivazione recondita che porta un compositore a scrivere pagine di musica nello stile degli autori del passato.
All’inizio del secolo scorso, con riferimento al violinista viennese Fritz Kreisler, si disse che avesse composto le musiche “nello stile” di Tartini, Vivaldi ed altri autori classici, per farsi beffe dei professoroni viennesi che lo avevano scartato a un'audizione per la Wiener Philharmoniker. Solo alcuni decenni più tardi svelò che si trattava di composizioni originali proprie, suscitando il disorientamento dei critici più affermati.
Poi, il compositore messicano Manuel María Ponce Cuéllar – in possesso di una singolare vitalità “camaleontica” scrisse delle suites per chitarra (attribuendole invece a Sylvius Leopold Weiss), in seguito promosse da Andrés Segovia come brani che rappresentano ancora adesso un caposaldo della letteratura chitarristica.
Più avanti, intorno al 1950, in Russia, Vladimir Fëdorovič Vavilov scrisse delle musiche riprendendo in modo sorprendente lo stile degli Autori del Rinascimento e del Barocco, riscuotendo una buona notorietà.
Disse Maurice Ravel che, per essere un buon esecutore, occorre essere anche un compositore. Invece Robert Casadesus trasportò nelle sue opere tutto ciò che aveva plasmato la sua esperienza come interprete, vale a dire, la spontaneità, l'autenticità l'equilibrio.
Federico Maria Sardelli forse rappresenta un caso a parte, del tutto originale. Scrive un concerto “secondo Vivaldi”, trattando gli archi e realizzando basso continuo così come avrebbe fatto il Prete Rosso. E’ evidente che ha assimilato tutto del concerto barocco, trattando la partitura come fosse un compositore del ‘700 e, ancora, un continuista di quel periodo (cellista, clavicembalista, tiorbista…). Il risultato della composizione e della conduzione di questi lavori è godibile.
E’ pregevole il colore del suono dell’Ensemble Modo Antiquo arricchito dalla voce risplendente di Roberta Mameli.
L’ascolto del disco è adatto agli amatori del genere che, difficilmente, resteranno delusi.