Riva - Pensiero Stupendo Universale (2024) Hi-Res
Artist: Riva
Title: Pensiero Stupendo Universale
Year Of Release: 2024
Label: Futura Dischi
Genre: Italian Pop, Rock, Alternative, Indie
Quality: Mp3 320 kbps / FLAC (tracks) / 24bit-44.1kHz FLAC (tracks)
Total Time: 26:31
Total Size: 61 / 168 / 301 MB
WebSite: Album Preview
Tracklist:Title: Pensiero Stupendo Universale
Year Of Release: 2024
Label: Futura Dischi
Genre: Italian Pop, Rock, Alternative, Indie
Quality: Mp3 320 kbps / FLAC (tracks) / 24bit-44.1kHz FLAC (tracks)
Total Time: 26:31
Total Size: 61 / 168 / 301 MB
WebSite: Album Preview
1. Riva - Pensiero stupendo universale
2. Riva - Lamerica
3. Riva - Eden
4. Riva - Crimea
5. Riva - Perso per sempre.
6. Riva - Una stella distante anni luce
7. Riva - Avevi ragione
8. Riva - Comfort zone
Li ritroviamo didascalici e ironici, con una copertina che parla del loro nome. I Riva si presentano sul bagnasciuga di una spiaggia nella cover del loro primo disco, PENSIERO STUPENDO UNIVERSALE. Seduti su sedie di plastica bianche, vestiti di un verde scuro, assumono pose diverse che trasmettono un grande caldo e una gran voglia di non stare fermi, direagire ad un'inquietudine di fondo, poco gestibile.
I Riva non sono più i tre spauriti ragazzi che si cimentavano in cover di Lucio Dalla di fronte ai fratelli D'Innocenzo, non sono più quelli che tentavano la fortuna con X-Factor. La crescita è stata notevole, l'interesse verso nuovi orizzonti innegabile, così come innegabile è lo studio attuato per rendere il proprio sound più spesso e credibile. E i frutti che ne stanno derivando sono buoni e per niente scontati.
Le otto tracce che compongono PENSIERO STUPENDO UNIVERSALE sono una perfetta mistura di ricercatezza di suono e adattamento al mainstream del pop, una serie alternata di carezze fresche e pungenti che cercano di stupirsi strada facendo, senza ricorrere a stranezze o bizzarrie, con la semplicità di una scrittura che arriva in profondità senza farcelo mai pesare.
Il primo brano, che da' il nome all'intero disco - però in minuscolo -, è l'esempio perfetto di questa direzione, il paradigma di questa nuova pelle che i Riva hanno deciso di indossare. E che calza a pennello, mano a mano che l'ascolto prosegue. Lamerica è una danza concitata, un brano dalle chitarre mediterranee e dalle ritmiche che invitano a pestare i piedi, con echi del miglior Colapesce, non a caso colui che nell'ultimo decennio ha fuso nel miglior modo ritornelli da manuale e velleità art-pop. Eden attacca con un suono traballante, crepuscolare, e si rivela come una ballad struggente, fatta di corse e di immagini azzeccate. Le stelle riflesse sulla giacca di un rider le vedremo a lungo, impresse nella memoria.
Tocca a Crimea chiudere questa prima parte di disco, lato A preziosissimo, fatto di suoni riemersi, incastonati di parole che non rubano subito l'attenzione, ma che lavorano dentro, con la pazienza della bella musica d'autore. E sebbene gli ultimi quattro brani non siano del tutto all'altezza dei primi, ecco che i Riva decidono di fare le cose sul serio fino alla fine, impreziosendo ogni momento, e regalandosi un degno finale con Comfort Zone, già candidata a chiudere i concerti della band campana, a notte fonda, prima che le luci si spengano, lasciando gli echi delle voci, i riverberi delle chitarre a risuonare in lontananza. Insieme ai ricordi di un disco d'esordio di cui parleremo a lungo.
I Riva non sono più i tre spauriti ragazzi che si cimentavano in cover di Lucio Dalla di fronte ai fratelli D'Innocenzo, non sono più quelli che tentavano la fortuna con X-Factor. La crescita è stata notevole, l'interesse verso nuovi orizzonti innegabile, così come innegabile è lo studio attuato per rendere il proprio sound più spesso e credibile. E i frutti che ne stanno derivando sono buoni e per niente scontati.
Le otto tracce che compongono PENSIERO STUPENDO UNIVERSALE sono una perfetta mistura di ricercatezza di suono e adattamento al mainstream del pop, una serie alternata di carezze fresche e pungenti che cercano di stupirsi strada facendo, senza ricorrere a stranezze o bizzarrie, con la semplicità di una scrittura che arriva in profondità senza farcelo mai pesare.
Il primo brano, che da' il nome all'intero disco - però in minuscolo -, è l'esempio perfetto di questa direzione, il paradigma di questa nuova pelle che i Riva hanno deciso di indossare. E che calza a pennello, mano a mano che l'ascolto prosegue. Lamerica è una danza concitata, un brano dalle chitarre mediterranee e dalle ritmiche che invitano a pestare i piedi, con echi del miglior Colapesce, non a caso colui che nell'ultimo decennio ha fuso nel miglior modo ritornelli da manuale e velleità art-pop. Eden attacca con un suono traballante, crepuscolare, e si rivela come una ballad struggente, fatta di corse e di immagini azzeccate. Le stelle riflesse sulla giacca di un rider le vedremo a lungo, impresse nella memoria.
Tocca a Crimea chiudere questa prima parte di disco, lato A preziosissimo, fatto di suoni riemersi, incastonati di parole che non rubano subito l'attenzione, ma che lavorano dentro, con la pazienza della bella musica d'autore. E sebbene gli ultimi quattro brani non siano del tutto all'altezza dei primi, ecco che i Riva decidono di fare le cose sul serio fino alla fine, impreziosendo ogni momento, e regalandosi un degno finale con Comfort Zone, già candidata a chiudere i concerti della band campana, a notte fonda, prima che le luci si spengano, lasciando gli echi delle voci, i riverberi delle chitarre a risuonare in lontananza. Insieme ai ricordi di un disco d'esordio di cui parleremo a lungo.